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Canili lager in Puglia, l’appello a Nichi Vendola

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La situazione dei canili in Puglia rischia di diventare esplosiva. Il degrado, infatti, regna sovrano. Le associazioni in difesa degli amici a 4 zampe non ci stanno e seguono l’esempio dell’associazione “Tierschutzproject Italien e. V.”, che ha lanciato su Internet una petizione per boicottare il turismo pugliese. Gli attivisti sono agguerritissimi e sono seriamente intenzionati ad andare fino in fondo.

Hanno scritto anche una lettera accorata al presidente della Regione Nichi Vendola per fermare l’orrore dei canili lager. Il randagismo e la cattiva gestione delle strutture destinate ad accogliere i cani abbandonati sono problemi seri, che in realtà, riguardano l’Italia tutta, ma per un motivo o per l’altro continuano ad essere esclusi dall’agenda della Pubblica Amministrazione locale e nazionale.

Secondo i dati riportati da La Repubblica Bari, i canili pugliesi, fra censiti e abusivi, sarebbero circa 360, ma la maggior parte, più che essere luoghi di accoglienza per i randagi sono dei veri e propri lager, dove gli animali vengono maltrattati, se non addirittura torturati. Il triste elenco si apre con il Rifugio di Noha, dove ai cani venivano recise le corde vocali per non farli abbaiare. Che orrore.

Comuni e Asl sono responsabili degli animali vaganti sul territorio e hanno l’obbligo di provvedere alle sterilizzazioni sistematiche e a rispondere del buon esito degli affidi e della permanenza dei cani nelle strutture apposite, invece, secondo dati amministrativi raccolti da Raffaela Vergine, presidente dell’associazione Zampa libera, a fronte dei 9.428 cani ufficialmente recuperati, identificati e assistiti solo 3.861 sono stati effettivamente sterilizzati. A questo, si aggiunge l’inspiegabile inefficacia dei controlli nei canili, compito che spetta alle stesse autorità sanitarie.

La lettera scritta dai volontari delle associazioni animaliste chiede a Nichi Vendola di fare il suo dovere e intervenire in prima persona per evitare che i cani vengano presi in custodia da gentaccia, perché è così che merita di essere apostrofato chi lucra sulla vita di creature indifese. È ora che i finanziamenti pubblici vengano investiti seriamente nella cura dei randagi e che si dica basta allo sperpero di importanti risorse pubbliche. La Regione si occupa di erogare i fondi, che i Comuni danno in gestione ai canili, ma chi controlla?

Via| La Repubblica Bari; Photo Credit| Thinkstock

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