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I cani e la storia, dai Romani al Rinascimento

CANI STORIA 3

Passando per i lupi e attraversando i culti egiziani e greci arriviamo alla Roma degli Imperi, quella delle conquiste e delle guerre, che proprio durante queste ultime iniziò a utilizzare i cani come fedeli compagni anche sui campi di battaglia. L’impiego dei cani era di due diversi tipi: cane da collegamento e cane da attacco. Per l’attacco e la difesa venivano utilizzati i Molossi, che avevano zanne come tenaglie e attorno al loro collo venivano messi dei collari con lame appuntite, in modo che spesso il nemico scappava ancor prima di affrontre il combattimento con il nemico a quattro zampe. La sorte dei cani da collegamento era di sicuro peggiore. Essi ingoiavano un piccolo tubo di rame in cui veniva racchiuso il messaggio. Una volta arrivato a destinazione il cane veniva ucciso, visto che in guerra non c’era di certo il tempo di aspettare l’espulsione in modo naturale.

L’Impero Romano cadde, i barabri arrivarono e iniziò il Medioevo, periodo in cui ai cani toccò una pessima sorte, vivevano nelle strade, formavano branchi spesso feroci, alla ricerca di cibo, una sorta di regressione alla loro vecchia vita da lupi. Probabilmente i modi di dire negativi, che riguardano i cani, risalgono a questo periodo, “solo come un cane”, “vita da cani”, freddo cane”, “figlio di cane”, “mangiare da cani”.

La caccia, una delle attività da sempre apprezzata in ambito canino, salvò il cane. Nel Medioevo tutti iniziarono ad andare a caccia, ricchi e poveri, i frutti degli orti non bastavano nei periodi di carestia e così tutti iniziarono ad utilizzare i cani per le battute di caccia, che erano sempre improvvisate con le armi e i metodi utilizzati nelle guerre. Poco a poco iniziarono le vere e proprie specializzazioni canine per la caccia, giunte fino a noi. I Bracchi cercavano le prede, i Levrieri le inseguivano, i Segugi stanavano i cervi, e i Molossi uccidevano i bisonti e gli orsi. Anche i piccoli cani iniziarono ad essere utilizzati per stanare le tane dei conigli e delle volpi, erano i primi Terrier.

Gli uomini iniziarono ad allevare i cani, e a creare i primi incroci. Pare infatti che il primo Pastore Tedesco sia stato il frutto di alcuni incroci provati in un monastero tedesco. I monaci cercavano un cane che potesse difenderli da eventuali attacchi esterni. Nacque anche una moda, importata dall’oriente, di recarsi a caccia con tantissimi cani, anche centinaia, che aprivano la strada per la battuta. I cani parteciparono anche in prima persona alle battaglie dei soldati di Elisabetta I contro i rivoltosi irlandesi, e alla conquista delle Americhe insieme ai navigatori spagnoli.

Così come in Grecia e a Roma comparirono dei trattati per la cura del cane, per la sua alimentazione, per tenerli bene, per curare il pelo. C’erano anche alcuni consigli medici, anche se i primi accenni di medicina veterinaria arriverrano attraverso gli scienziati Arabi. Alla fine del Medioevo erano ancora forti però alcune credenze “mediche”, sul potere curativo dei cani. Il sangue di un cane bianco poteva curare la pazzia, quello di un cane nero garantire a una donna un parto senza dolori. E i cani continuavano ad essere uccisi.

Arrivò poi il benessere, la gente riprese ad essere più tranquilla e serena, ad essere meno preoccupata per il cibo, l’uomo uscì da un periodo oscuro per la sua anima, e così anche il cane ne trasse il suo benneficio e divenne anche solo un semplice compagno di vita. Si può dire però che le crudeltà che tutt’oggi conosciamo verso i nostri amici cani forse derivano da quel periodo di brutture ed ignoranza, di fame, di superstizioni, che ha comunque lasciato un segno dentro noi esseri umani. Tornando al Rinascimento, possedere un bel cane era un vezzo e una moda, iniziarono i primi sport cinofili, il Greyhound venne infatti importato in tutta Europa dall’Inghilterra e la vita dei cani divenne domestica. Andare a passeggio con un cane era un piacere, e le donne dell’aristocrazia amavano coccolare i loro cani e riempirli di nastrini e piccoli gioielli, li portavano sempre con loro e per entrare nelle grazie di una dama bisognava necessariamente piacere al cagnolino di turno.

Siamo quindi arrivati a un punto della storia in cui i cani non sono più solo utili, non servono all’uomo per cacciare, per combattere o per spaventare, ma stanno diventando quella parte indispensabile della vita umana, e se tutto è iniziato come un vezzo in fondo può anche andarci bene!

[photo courtesy of cirquealegria]

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