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Cane tira al guinzaglio, veterinario spiega

Richiesta di consulto veterinario su cane che tira al guinzaglio
Mi hanno regalato un Bracco Ungherese di tre anni, femmina di 20 kg, che tira come un cavallo, ho provato con la pettorina, collare, guinzaglio lungo 3 metri, corto, normale, ma non riesco a gestirlo, quanto deve essere lungo?. A volte fa il bravo, a volte lo riporterei a casa. Quando tira, mi fermo, aspetto che si allenta il guinzaglio e cambio direzione, ma a volte non serve. Uso premi e premietti. In generale mi ascolta abbastanza, se lo chiamo, viene, ho provato anche a farlo correre senza guinzaglio. Però a volte sembra quasi che non mi senta quando gli do un comando e nemmeno mi guarda. Premetto che è solo da una settimana che ce l’ho. Non è tanto affettuoso, però guarda sempre dove sono e mi viene a cercare, mi fissa spesso, insomma, non è un coccolone. Sembra quasi che il dominante sia lei. Non so cosa fare, se darlo via oppure aspettare. Ha qualche consiglio. Grazie. Cordialmente.

cane tira al guinzaglio veterinario spiega

Tipo di consulto: Veterinario Comportamentalista
Tipo di problema:  Il cane tira al guinzaglio

 

Risponde la Dottoressa Silvia Marangoni, Medico Veterinario Esperto in Comportamento. Esercita la sua professione in provincia di Treviso e Vicenza, ma pratica consulenze specialistiche anche a Belluno e Venezia; Per contatti diretti:
Mob: 3281121823
email: [email protected]

 

 

Gentilissimo signore,
se la sua convivenza con questa cagnolina è di una sola settimana, mi sembra davvero presto per “pretendere” qualsiasi cosa da lei, che per il momento, le risulta un perfetto estraneo ed anche alquanto pretenzioso. Non mi dice che tipo di vita ha fatto, che vissuto ha alle spalle. Lei crede che non soffra per il precedente abbandono? Credo che sia meglio che si faccia seguire da un Istruttore-Riabilitatore SISCA o da un educatore cinofilo di scuola Cognitivo-zooantropologica. L’adozione di un cane adulto implica delle doti di accoglienza e di empatia da parte dell’adottante che lei sembra trascurare, soffermandosi solo sull’aspetto performativo. Studi di portata internazionale affermano che non si può più parlare di “gerarchie” ma di relazioni, che la dominanza è un concetto relativo e ormai superato, che i nostri cani vivono in famiglie e non in branchi, che il capobranco è semplicemente una figura genitoriale… eccetera…
Quindi credo che dovrebbe procurarsi degli strumenti conoscitivi più approfonditi.
Cordiali saluti Dott.ssa Silvia Marangoni
Medico Veterinario Comportamentalista
ULSS N°2 Marca Trevigiana – TV 347
Mob. 328 1121823

 

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