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Animali in vetrina: ecco cosa dice la legge

animali in vetrina

Quante volte ci è capitato di passare davanti a negozi di animali e vedere queste povere creature in vetrina, magari con il sole che batte contro il vetro e tutte le persone accalcate per vedere dei batuffoli di pelo di pochi meso? E quante volte allo stesso tempo, abbiamo pensato poveri cuccioli, costretti a restare per ore sotto agli occhi di tutti? Ecco, si tratta di un pensiero comune: anche io non sopporto i negozi di articoli per animali che lasciano degli esseri viventi alla mercè dei passanti, come si trattasse di merce in esposizione. Ma vediamo insieme cosa dice la legge al riguardo: per prima cosa la norma giuridica vieta di esporre animali dalle vetrine o all’esterno del punto vendita.

Questo ovviamente per impedire che gli animali siano sottoposti a continuo stress, fatica e quindi sofferenza, causata dal contatto visivo, sonoro e fisico con passanti, visitatori, e soprattutto bambini, che spesso piacchiano sul vetro. Importante tuttavia precisare che la norma si riferisce unicamente alla vetrina intesa come spazio del negozio che dà direttamente all’esterno su di una strada o un’area pubblica, nel quale vengono esposti gli oggetti in vendita. Per quel che riguarda le vetrine interne, cioè quelle presenti all’interno del negozio ma che non danno visibilità esterna, non è possibile fare nulla: sono pienamente ammesse, ovviamente purchè non provochino altri tipi di soifferenze, come spazi angusti, sporcizia o altro ancora.

Se uno o più animali vengono detenuti oppure esposti in condizioni di sofferenza, senza alcuna possibilità di sottrarsi alla vista dell’uomo o a fonti di luce, rumori  o comunque molestie di altro genere, è comunque ravvisabile l’ipotesi di maltrattamento e detenzione incompatibile di animali, punibile come ricordato già in passato dal nostro codice penale agli art. 727 e 544 ter. Cosa potete fare voi cittadini? Per prima cosa parlare con il gestore o proprietario del negozio, o se proprio non vuole ascoltare le vostre ragioni, chiedere l’intervento di associazioni come Enpa, Lav o Aidaa, per la tutela degli animali da affezione.

Foto credits: Thinkstock

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