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Pitoni e pappagalli, gli animali esotici non sono souvenirs

Cari amici di Tuttozampe, se state per partire per le vacanze occhio a non acquistare animali esotici protetti dalla Convenzione di Washington che regolamenta a livello internazionale il commercio di specie minacciate di estinzione, meglio nota con il suo acronimo CITES. Altrimenti il rischio è di vedervi comminare una multa a dir poco esosa. E’ successo ad un turista originario di Brindisi che è sbarcato al porto, di ritorno dalla Grecia, con degli a dir poco insoliti souvenirs viventi: un pitone reale ed un’Ara ararauna. Il personale dell’Ufficio delle Dogane di Brindisi lo ha bloccato, confiscandogli gli animali.

L’uomo è stato poi denunciato alla Procura della Repubblica di Brindisi, in un’operazione che ha visto unite la Guardia di Finanza ed il servizio Cites del Corpo Forestale. L’imputazione è importazione illecita di animali protetti ed ora, pensate un po’, rischia un’ammenda fino a 100mila euro. L’uomo si è difeso adducendo la passione per queste specie come scusa all’introduzione di animali protetti dalla Convenzione. Non era a conoscenza del divieto e del reato, così si è giustificato.

Per quanto riguarda il pappagallo in questione, una specie di origine sudamericana, ed il pitone di provenienza africana, ed in generale le specie a rischio di estinzione, per entrarne in regolare possesso sarebbe necessario un certificato rilasciato dalla stessa Cites. A prescindere dalle multe che sono decisamente un deterrente di per sé sufficiente considerando le cifre di cui stiamo parlando, non è una buona idea detenere animali esotici in via d’estinzione come pets. Si va infatti ad alimentare un mercato a dir poco sospetto. Spesso infatti esemplari prelevati in natura e ridotti in cattività vengono spacciati come animali da allevamento.

Massimiliano Rocco, responsabile specie WWF Italia, appena qualche mese fa, nell’ambito della presentazione del bilancio annuale del servizio Cites, a cura del Corpo Forestale dello Stato, sottolineava l’importanza di non abbassare la guardia sulla tutela delle specie protette:

La Convenzione resta uno degli strumenti più importanti per la tutela della biodiversità e delle risorse naturali. L’Italia deve promuovere  piani di gestione per le specie maggiormente interessate dal commercio illegale e dedicare più attenzione alla gestione degli animali vivi sequestrati al commercio illegale. Lo Stato deve garantire, come si è impegnato a fare, adeguati centri di recupero per offrire una vita migliore a chi già crudelmente è stato privato della sua libertà.

[Fonti: GeaPress; WWF]

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